Artificiali : quarta parte.

Il Crank è un' esca molto riconoscibile dalla sua forma il più delle volte bella grassottella, è un' esca di reazione, di ricerca e nella maggior parte dei modelli, di profondità, la sua particolarità è evidente nella paletta, la sua forma e la sua inclinazione gli permette appunto di sondare o meno vari strati d' acqua e nel 90% dei casi di non incagliarsi negli ostacoli che incontra durante il suo nuoto.
Le vibrazioni che emana si percepiscono molto in canna e qualora sentissimo dei colpetti o colpi mentre stiamo sondando i vari spot sul fondo, sta a noi capire quando fermarsi per far risalire il crank e poi di nuovo ripartire effettuando i classici stop and go, di solito il bass attacca quasi sempre dopo che il crank ha battuto contro qualche ostacolo ed è in posizione di fermo in graduale risalita, risalita tra l' altro molto lenta e naturale, simulando perfettamente un pesciolino che perde i sensi , sbatte e tende ad aggallarsi.

Le forme della paletta sono due : round e square ovvero rotonda e quadrata, la lunghezza implica quindi l' affondamento in base di parità con il peso del corpo. Quella round offre al crank un nuoto molto veloce, mentre quelle più piccole e square danno la possibilità di evitare gli incagliarsi sul fondo. Esistono oggi in commercio crank con palette differenti e quindi con affondamenti differenti, ci sono gli shallow che lavorano fra i primi metri d' acqua, i medium dai due ai tre metri circa e i deep runner che arrivano oltre i tre metri; Le profondità maggiori in alcuni deep crank si aggirano intorno agli 11m. circa...negli abissi per stanare il mostro insomma.
Anche la conformazione del corpo oggi come oggi è differente ma solo verso due aspetti, cioè può essere fat o flat, quindi grassa o schiacciata e piatta, in alcuni casi ci sono anche crank che sono una via di mezzo fra questi. Voglio solo aggiungere una mia impressione personale per concludere; Il crank è una di quelle esche da non sottovalutare sull' aspetto tecnico, può essere un' esca complicata per chi ancora non la conosce, basti prendere in considerazione che l' attrezzatura da utilizzare è specifica per questo tipo di esca, e reputo che ci debba essere una assoluta simbiosi tra pescatore, canna e esca, quindi per chi voglia iniziare ad utilizzarlo lo faccia con parsimonia del proprio portafoglio agli inizi.


Il lipless è un' esca anch' essa riconoscibile dal punto di vista estetico, è classificabile come esca “ medio-pesante “, il suo corpo è fatto interamente in leghe e acciaio, in alcuni casi vengono usati plastica o legno ma, è creata appositamente per essere super affondante, l'altra particolarità la possiamo notare nell' assenza della paletta e, nell' anello ( in alcuni ) posto non sulla parte delle labbra ( da qui la dicitura in inglese “ lip-less “ che vuol dire appunto senza labbra ) ma al di sopra della testa, un insieme questo che gli conferisce un nuoto davvero assurdo sotto l' aspetto delle vibrazioni in fase di nuoto. Questo tipo di esca si trova in commercio sia flat che di forma allungata e curva, ma conservando sempre le stesse caratteristiche di nuoto. La loro particolarità di sondare vari strati d' acqua in base al recupero, lento o veloce è sorprendente, anche quest' esca come il crank ha notevoli doti anti incaglio, ma attenzione, in commercio si possono trovare lipless di tipologie e conformazioni dal punto di vista costruttivo e di assetto di nuoto differenti ma io voglio parlarvi di quello che reputo il “ vero “ lipless per eccellenza che è un ' esca che non tende a risalire in superficie ma bensì ad affondare, quindi sta a noi come e quando lasciarla affondare, ed è per questo che opterei per fondali per lo meno rocciosi e liberi il più possibile da ostacoli, irregolarità come rami, tronchi o costruzioni di natura artificiale, anche se in giro si sente il contrario io vado per la mia strada e voglio dare questo consiglio a chi vuole iniziare a pescarci tutto qui, poi sta ad ognuno di noi interpretare al meglio il tipo di esca e attrezzatura per i vari spot che si incontreranno nella pesca al bass.





Le esche denominate Topwaters hanno una bella storia dietro e ve la voglio raccontare :
Ricordo che quand' ero piccolo mio nonno mi portava spesso a pesca con lui, ricordo che mi annoiavo moltissimo tra l'altro ! Ma mio nonno voleva a tutti i costi inculcarmi questa passione...e direi che ha fatto un ottimo lavoro, non posso che ringraziarlo a vita per questo. Un giorno in particolare mi porta a pesca di trote in un laghetto pieno di spine, vespe e alberi intricati di rami...mi misi a piangere dallo spavento e quando ci ripenso non posso che farmi una grassa risata; Insomma stavamo li in silenzio assoluto ovviamente, forse era anche questo che mi scocciava ma considerando che avevo solo 7 anni ero da comprendere ! Mio nonno con la sua amata due pezzi in fibra di vetro comincia a pescare, lanci e ancora lanci...ma niente, poi dalla sua scatolina tira fuori una cosa schifosissima, allora per me, che mi è rimasta davvero impressa, un barattolino con dentro dei grilli ancora vivi, ne prende uno e lo innesca, io non potevo far altro che guardare, anche affascinato devo dire, da questo sacrificio, ed ecco che al primo lancio con questo grillo che si dimenava sulla superficie del laghetto un enorme trota sbuca fuori e ingoia per intero quel grillo...oramai ero rapito, mio nonno era riuscito a farmi capire l' arte della pesca in quel preciso momento...
crescendo in seguito mi sono non poco documentato sulle esche topwater ed ho scoperto con mio grande stupore che l' inventore di tali esche artificiali, il primo della storia che si ricordi fu Izaak Walton che nel 1653 scrisse dei racconti sull' arte poetica della pesca a mosca dove menzionava appunto esche terrestrials da lui costruite, il suo libro rivisitato si può reperire ancora oggi volendo. Una delle frasi che mi è più piaciuta è stata proprio questa : “ La Pesca è un'arte quanto e come la poesia. Le persone inclini a una devono essere nate con inclinazioni all' altra e colui che spera di essere un buon pescatore non deve solo portare un interrogativo con se ma la ricerca, osservando lo spirito della natura portandosi una buona dose di speranza e di pazienza, un amore per la propensione alla stessa arte “.





Dopo questa premessa vi parlo ora in generale dei topwater basici d' acqua dolce ed in particolare passo a parlarvi della grande famiglia di topwater per insidiare il black bass. In generale queste sono esche di reazione tutte ad azione di nuoto superficiali, quindi create allo scopo di rimanere sulla superfice dell' acqua, inducendo il predatore in questo caso il nostro caro amico di giochi, ad evoluzioni di cacciate da lasciarci esterefatti.

POPPER : La prima esca che mi viene in mente è proprio lui il “ popper “ amato e odiato da tanti, non c'e' nulla da fare è e rimarrà l' esca topwater per antonomasia nella pesca al b.b. ma non solo. Il popper è anch' essa un esca storica, i primi erano fatti in sughero e ferro, e già il cosiddetto tappo che fa pop ha pi di 100 anni; Oggi in commercio c'e' solo l' imbarazzo della scelta pesi e misure per tutti i gusti per non parlare delle colorazioni e delle forme, ma inconfondibile sempre per la sua bocca incavata che crea il suo originale pop sull' acqua. Il black in se vede nel popper un qualcosa che sia caduto in acqua e che arranca per ritornare sulla terra ferma, oppure un pesciolino aggallato che fa fatica a rimettersi in equilibrio e così via insomma, il suono caratteristico poi invoglia ancor di più il bass ad attaccare, va recuperato con secchi e brevi richiami di cimino e, va lasciato il più a lungo fermo dopo una serie di richiami, il b.b. attacca di solito nei momenti in cui l' esca è ferma. Questa a mio avviso è una di quelle esche per iniziare ad insidiare il bass quando si è alle prime armi ma che regala emozioni uniche nel suo genere


Un incredibile pubblicità dell' epoca

 STICK BAIT : altra esca di superficie come prerogativa imita un pesciolino aggallato in difficoltà che tenta di sfuggire al predatore, la sua forma curva gli conferisce appunto questo nome poiché ricorda un bastone secco in acqua. La tecnica di recupero più appropriata è quella del WTD ( walking the dog ), consiste nel recuperare in modo ritmico, facendo su e giù con il cimino della canna sia in modo verticale che orizzontale, recuperando in modo lento il filo con il mulinello, in questo modo vedremo il nostro stick bait quasi danzare sulla superficie dell' acqua, facendo il classico disegno a zig zag, inconfondibile per questo tipo di recupero.



 FROG : non è altro che l'imitazione, a volte perfetta, di una rana. Oggi giorno si trovano in commercio frog davvero reali sia con paletta che senza sia come forme che come colori, il tipo di recupero che consiglio è quello simile al popper.





 TERRESTRIALS : appartengono a questa categoria come dice il nome stesso, tutte le varie imitazioni di insetti terreni, i più comuni nella pesca al bass sono le cavallette e le api...ma c' e' ne sono un' infinità in commercio, ne esistono con o senza paletta ed il recupero che consiglio è simile a quello del popper anche in questo caso. 
 




I Jerkbait sono una tipologia di minnow a nuoto fermo, è quindi una di quelle esche che per prendere vita ha bisogno tantissimo del nostro aiuto, quindi giu col movimento di polso ! Nata per soddisfare una certa schiera di puritani dello spinning inglese alla trota soprattutto, oggi famosa in tutto il mondo per insidiare miriadi di predatori sia d' acqua dolce che salata. Tecnicamente un jerk è un esca fatta di legno e plastifica, che a differenza di tutti gli altri artificiali, non è dotata di un movimento proprio. Sarà la nostra tecnica di recupero e il particolare disegno con cui il jerk è costruito a determinare il comportamento in acqua. E' un esca piombata all'interno in modo che abbia un affondamento di testa oppure parallelo all'acqua e la velocità di affondamento è importante perché indica in quale strato potrà lavorare ed essere efficace, sta a noi quindi scegliere il modello più appropriato. In commercio è possibile reperirli di tutti i colori e dimensioni.Il termine “ Jerkare “ lo abbiamo estrapolato noi italiani per dire, proprio grazie a questa esca !





Come ultimo capitolo delle esche hard bait ho lasciato le Swimbait ma non certo in ordine di importanza, partendo dal presupposto che nella mia borsa ne ho una sola, penso in linea di massima che questa sia un' esca per pochi, mi spiego :
Le swim o big baits sono nate in Giappone, esclusivamente per insidiare i black bass di taglia che nei periodi di pre frega sono davvero molto affamati per via della imminente riproduzione che da li a poco inizierà, quindi è un esca selettiva sotto questo punto di vista; E' l'esca più grande e pesante usata nel bass fishing fin' ora, al contrario di quello che si pensa è usata da tantissimi professionisti del settore ma anche da tanti neofiti, a volte solo per moda o per pubblicizzare. Tecnicamente queste tipologie di esche possono essere considerate dei minnow all' ennesima potenza, di fatti tutte le caratteristiche citate nella terza parte riguardante appunto i minnow, sono le stesse. A mio avviso è un' esca che ha bisogno di attrezzature specifiche per esser utilizzata in maniera idonea, e dove sia il costo dell' esca che quello delle attrezzature non è certo per tutti, quindi se volete proprio provarle...acquistatene una e, se vi piace, continuate ovviamente, i gusti sono gusti.












...Fine quarta parte...

4 commenti:

gerardo ha detto...

belli i tui articoli ge... davvero complimenti...

Jenn Fisher ha detto...

Ti ringrazio Gerardo, sono contento, che ti piacciano, quando vuoi postare i tuoi, fammelo sapere, ciao...

Franco ha detto...

Un bel vademecum, complimenti per il blog, grazie

Anonimo ha detto...

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