Michel Laurent Martin “ L'artigiano D.O.P. “


Caro Michel lasciami dire che sono davvero entusiasta che hai accettato questa intervista e sono ovviamente anche orgoglioso, che tu l'abbia concessa a me. In questa intervista parleremo del genio che Michel, mette nel costruire le sue raffinatissime esche per il black bass e non...
 
BE : Michel innanzi tutto grazie di esserti prestato a questa intervista; vorrei iniziare col chiederti quando e perchè è iniziata questa tua passione per la costruzione degli artificiali ?


Michel Martin : Innanzitutto voglio salutare tutti quelli che mi conoscono ma soprattutto Gennaro, e voglio ringraziarlo per avermi dato la possibilità di far conoscere la mia passione, costruire esche da spinning.
Tutto ha inizio pochi anni fa quando drasticamente ho cambiato tipo di pesca dalla trota in lago a striscio, al fantastico mondo dello spinning. La cosa che mi ha fatto cambiare? Sembrerà strano, ogni volta che entravo nei negozi di pesca rimanevo incantato a guardare tutti quegli artificiali che con le loro colorazioni oltre ad attrarre i pesci hanno attratto anche me. Incomincio a comprare diversi tipi di esche e poco tempo dopo mi ritrovo a partecipare ad alcune gare, in questo modo ho potuto avvicinarmi al famigerato persico trota detto anche black bass che inizialmente conoscevo veramente poco. Preso subito dalla passione ho cercato posti nuovi dove insidiarlo. Un giorno per caso ho sentito altri pescatori parlare di un piccolo stagno vicino a casa, armatomi di canna da pesca sono corso subito li, un posto davvero suggestivo e magico, il classico ambiente palustre con tanta vegetazione dove si possono trovare effettivamente bass e lucci, però resomi conto della difficoltà nella pesca causa la fitta vegetazione e la mancanza di artificiali giusti, quel giorno ho combinato ben poco. Il giorno seguente mi sono recato al negozio di pesca cercando esche adatte che facessero al caso mio ma con scarsa riuscita, perché qui da noi la pesca del black bass e’ poco conosciuta e cosi anche le loro esche, allora il negoziante, mio amico, mi disse ‘guarda se vuoi ho una rana di gomma che si usa per lucci, se vuoi provala, é tutto quello che posso darti’, ringraziandolo sono corso subito allo stagno per provarla e dopo pochi lanci mi sono accorto che la rana era molto attrattiva ma senza risultati. Anche quel giorno ho fatto il solito cappotto, pur essendo apprezzata, ho notato che con quel tipo di rana i pesci facevano fatica a restare “allamati”. In quel momento mi si è accesa una lampadina, conoscendo la mia dimestichezza con il fai da te mi sono detto ‘perché non costruirla io una rana con certe caratteristiche?’ E cosi ho fatto, dopo diversi prototipi e tentativi è nata la mia Martin frog.





BE : ...Quanto tempo dedichi ai tuoi artificiali ?


M.M. : Questa è una domanda dalle svariate risposte, il tempo che ci vorrebbe? non basta mai, il tempo che ci dedico? sempre poco, ma troppo agli occhi di mia moglie, il tempo che effettivamente ci dedico? quello che trovo tra la vita di tutti i giorni e svariate altre mie passioni.
















BE : Colgo l'occasione per ringraziarti di nuovo per avermi spedito le tue favolose “Martin frog“ne ho potuto apprezzare sia il movimento in acqua che visivo, le esche artigianali di solito non sono mai simili al 100% fra di loro, almeno che non si usino stampi appositi; quello che ho potuto notare è che le tue creazioni non hanno nulla da invidiare a quelle professionali, che già si trovano in commercio! Quello che mi chiedo e, non solo io è...come fai ? Qual'è il tuo segreto ?


M.M. : Il mio segreto? non esiste un vero segreto, esiste solo la pratica, cercando in rete si può notare che ci sono tantissimi costruttori di artificiali, chi bravo chi meno bravo, ma tutti con una propria mano, ognuno ci mette del suo.
Ho preso molti spunti ma alla fine quello che conta è farli rifarli e provarli.
Io personalmente costruisco il prototipo in legno, il classico legno di balsa, faccio la forma che mi interessa, aggiungo la paletta se la prevede e lo piombo a piacimento, fino a trovare il compromesso giusto, questo richiede molto tempo, per cui quando ho creato un artificiale cerco sempre di sfruttarlo il più possibile, come? Semplice, dividendolo in più pezzi, rendendolo così snodato, aggiungendo o togliendo la paletta a piacimento, così si hanno due artificiali apparentemente uguali ma con nuoto diverso oppure cambiando il peso, così facendo da un artificiale topwater si possono ottenere diversi tipi di affondamento, il tutto ripeto partendo da un solo artificiale. Ancora le classiche testine piombate, basta accorciare a piacimento un minnow tenendo buona solo la testa, inserendogli un amo piombato come avevo già illustrato e descritto in certe foto e il gioco è fatto, oppure come mi è già capitato mischiare i pezzi, la testa di uno il corpo di un altro e così via.
Come faccio questo? quando ho creato il prototipo e sono sicuro del nuoto, avendolo testato, faccio lo stampo in silicone, ma non fatevi illusioni non è tutto semplice come sembra, ci sono diverse difficoltà che a elencarle potrei scrivere paginate intere ma questo ve lo risparmio, fatto questo li stampo con una resina bi componente, li piombo e li coloro.


BE : Essendo anche pescatore, hai dovuto studiare molto la natura del black bass per comprendere a pieno il modo in cui caccia e di conseguenza costruire esche adatte perfettamente allo scopo ?


M.M. : Si certo la cosa primaria da capire è appunto il comportamento dei black bass nel loro ambiente, da qui le numerose prove e tentativi che ho fatto per arrivare ad avere l’esca adatta alle mie esigenze


BE : Ho notato che costruisci sopratutto esche, diciamo, topwater. C',è un motivo in particolare ?


M.M. : Si, diciamo che ci sono diversi motivi. Principalmente perché in alcuni posti dove vado a pescare, tra questi canali e piccoli stagni, la vegetazione è fittissima e si estende per tutta la superficie dell’acqua dandoti poco modo di usare altri tipi di artificiali perché praticamente nulli. Poi ho riscontrato che funzionano, a mio parere in certi posti il cibo primario arriva dalla superficie dell’acqua quindi i pesci sono stimolati. Infine una cosa che mi piace moltissimo è quando si vedono le scie dei bass uscire da sotto la vegetazione e saltare addosso all’esca, un’emozione solo quello…
















BE : Quali sono i materiali e gli attrezzi che usi di più ?


M.M. : I materiali che uso principalmente sono:
il legno di balsa per dare forma ai prototipi
la carta vetro per sagomare le forme
i piombi di varie grammature per dare peso agli artificiali
le colle cianoacriliche tipo ‘attak’
il filo zincato per gli anelli

una volta pronto il prototipo si passa allo stampo siliconico, fatto questo è il momento di creare gli originali tramite colata di resina bi componente

L’attrezzatura base fondamentale è quella del fai da te:
Trapano
Kutter
Vari seghetti
Mola
Stucchi e colle
Vernici


















BE : Michel hai intenzione anche di sperimentare esche siliconiche o simili in futuro

M.M. : Si, già da tempo ci sto pensando, devo però ancora valutare quali siano i materiali migliori da impiegare. Vi terrò aggiornati ….

BE : Hai dei consigli per chi voglia iniziare la propria costruzione di esche artificiali e magari non sa da dove iniziare ?


M.M. : La cosa più importante per iniziare? Iniziare con esche facili e non scoraggiarsi alle prime difficoltà, ogni esca va studiata e lavorata alle proprie esigenze, bisogna comprenderne la natura, la forma, il nuoto e la piombatura


BE : Spesso ti ho dato dell' artista, poiché penso che è quello che sei e, sono sicuro che ti senti appagato così! Come quando alla fine di ogni tua creazione..in quel momento ti senti l' uomo più felice della terra. Dico questo per chiederti se in futuro hai intenzione di fare della tua arte anche una meritata fonte di guadagno, Michel lo faresti come lavoro o pensi che in questo modo perderebbe un po' della sua magia ?


M.M. : Ognuno di noi possiede dei sogni chiusi nel cassetto, ma a volte bisogna accontentarsi di rincorrerli altrimenti non si chiamerebbero più sogni


BE : Carissimo Michel, l'intervista si conclude qui, non voglio rubarti neanche un minuto in più del tuo prezioso tempo... lo dedicherai alle tue creazioni! Un abbraccio dal tuo ammiratore e amico, continua sempre così .
Grazie di cuore.


M.M. : Grazie a te Gennaro per avermi dato questa opportunità.


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